La stima dei rendimenti futuri di un investimento finanziario è sicuramente difficile, sopratutto se si usa la statistica tradizionale basata sulla media e sulla varianza. Se si analizzano in un solo passaggio 40 anni di storia e si prende come dato di rendimento atteso la media dei rendimenti di tutti e 40 gli anni si ottiene un dato poco significativo e poco utile per capire cosa succederà in un periodo più breve come per esempio 3 anni. Con il nostro modello di probabilità condizionate (basato su statistica bayesiana riconosciuta a livello accademico) invece si analizzano periodi prefissati con le finestre temporali e si definiscono le distribuzioni più adeguate in base alle caratteristiche del recente passato. In tal modo è possibile adeguare le previsioni con maggiore precisione ed attendersi risultati di stima decisamente superiore, ma prima di rivelarvi i risultati vorrei spiegarvi bene come funzionano. Per ogni strumento finanziario in portafoglio
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La falsa illusione che i rendimenti nel tempo convergano.
Anni fa girava tra gli esperti di investimenti uno studio di una notissima casa di investimento americana che cercava di spiegare come con il passare degli anni i rendimenti degli investimenti finanziari a lungo termine convergessero verso la media. Ricordo che prendeva in esame il periodo 1972-2001, trent’anni in cui secondo questo studio investire nel miglior momento del 1972, nel peggior momento del 1972, all’inizio dell’anno o alla fine dell’anno portava a differenze di rendimento medio annuo trascurabili secondo quello studio; (se non ricordo male il rendimento era compreso tra il 15,1% e il 15,7%, altri tempi per i mercati finanziari). Premesso che una differenza dello 0,6% annuo per trent’anni sono un sacco di soldi di differenza, la cosa che più mi aveva fatto imbestialire, nonché pensare che avessero fatto questo studio con una quantomeno scarsa onestà intellettuale, era che nel 1974, ovvero due anni dopo il periodo preso in
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