Scusate se insisto

Articolo del 2015 sempre attuale

Innanzitutto buon anno a tutti, mi fa piacere tornare a scrivere, anche se in tutta onestà comincio a scarseggiare di idee innovative da portare alla vostra attenzione.

Conseguentemente per il nuovo anno ho pensato di ripartire con un argomento già trattato ma che mi sta particolarmente a cuore, ovvero i rischi enormi che il mercato obbligazionario incorpora oggi.

Visto che sono particolarmente scettico sulle possibilità di ottenere rendimenti significativi anche nel 2015, e visto che i rischi di downside sono molto superiori delle possibilità di upside, ovvero oggi è più probabile che vedremo molti segni meno prima della performance a fine anno sui fondi obbligazionari piuttosto che rendimenti positivi, mi sembrava giusto allertare i miei lettori del rischio e suggerire qualche alternativa.

Siccome chi mi conosce sa bene che non mi piace parlare a vanvera, ho raccolto alcuni dati molto significativi sulle obbligazioni corporate dei mercati regolamentati.

Oggi siamo tutti consapevoli che gli spread delle obbligazioni corporate sono praticamente nulli e che il premio per il rischio è quasi scomparso, ma i numeri sono sconvolgenti e spero vi facciano riflettere:

I titoli obbligazionari corporate negli Stati Uniti d’America censiti dal nostro software Bond Selector sono 23561, di cui solo 3534 pari al 15% hanno un rendimento superiore al 4%.

Di questi 3534 solo 1939 hanno una duration inferiore ai sette anni (quindi scadono entro il 2025 per capirci), ma quello più incredibile è che solo 254 titoli sono considerati investment grade dal nostro iRating e addirittura 174 secondo i rating di Moody’s.

Questo significa che solo 1% del titoli americani sono investment grade, con scadenza inferiore ai dieci anni e con un rendimento pari o superiore al 4%.

Credo che storicamente non sia mai successo di avere degli spread di rischio credito così basso, le ragioni le conosciamo bene, visto che hanno immesso liquidità quasi infinita sui mercati finanziari, ma questo non significa che i rischi non stiano aumentando notevolmente.

In Europa, dove censiamo oltre 6500 titoli la situazione è molto simile nelle percentuali, in alcuni casi ancora peggio che negli USA, quindi non c’è da rallegrarsi più di tanto.

Quindi che fare?

Nelle prossime settimane proporrò delle soluzioni alternative ai mercati obbligazionari, intanto però mi sento di dare un consiglio pratico: disinvestite da tutti quei fondi obbligazionari che nel 2015 hanno reso più del 5% netto, perchè significa che si sono presi dei rischi enormi che non si sono verificati ma che nel 2015 potrebbero essere amplificati.

Non guardate le performance passate, oggi più che mai non sono l’indicazione corretta da utilizzare per scegliere un fondo o per mantenere la posizione di investimento, dovete fare la fatica di analizzare il portafoglio in base alla duration, al rischio di credito e valutario, magari sentendo il gestore per comprendere che policy sta addottando per coprirsi dai rischi di tasso e di credito, perché il prezzo da pagare per chi sbaglia o per chi non si informa potrebbe essere molto alto.

Mi raccomando, soprattutto ai promotori e consulenti che leggono il blog, il futuro dei vostri clienti è nelle vostre mani e quindi dovete agire con la massima accortezza e responsabilità.

Sono a disposizione per chiunque volesse comprendere meglio questi rischi.

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