Articolo di qualche anno fa ancora attuale
Ad inizio anno avevo allertato i lettori del mio blog che quest’anno sarebbe stato molto pericoloso per le obbligazioni ed i fondi obbligazionari di conseguenza.
Chi ha voglia di rileggere il post Scusate se insisto noterà che avevo fatto un lavoro di analisi sui titoli obbligazionari che evidenziava che solo il 15% dei titoli obbligazionari americani avevano un rendimento superiore al 4%, ma solo l’uno percento dei titoli investment grade con duration inferiore ai 7 anni aveva un tale rendimento.
Oggi non è ancora scoppiata una vera crisi del credito, ma gli spread, soprattutto in America hanno iniziato ad allargarsi, con conseguente discesa dei prezzi.
Il numero di titoli obbligazionari corporate americani con rendimento superiore al 4% ad oggi è di 5951, pari al 24% delle emissioni complessive e i titoli investiment grade con duration inferiore a 7 e rendimento superiore al 4% sono ora 675, circa il 2,8% dei titoli complessivi.
Oggi vorrei porre l’attenzione su due particolarità molto importanti del mercato obbligazionario del momento, ovvero che mentre il mercato americano ha allargato gli spread con decisione e velocità in contemporanea con la fase negativa dei mercati azionari, il mercato europeo ha mantenuto i livelli simili a quelli di inizio anno, senza subire le stesse perdite in conto capitale che sono accadute al di la dell’oceano.
Se guardiamo il mercato Europeo attraverso la lente dei rating tradizionali, solo il 18% dei titoli investment grade ha un rendimento superiore al 4% evidenziando di conseguenza che l’allargamento degli spread è stato inferiore a quello americano.
I rendimenti sappiamo bene che evidenziano implicitamente anche il grado di rischio di quello che stiamo comprando, ma poiché comprendo bene che ci sia una differenza di tassi base tra America ed Europa che non permettono il confronto tra di essi, volevo portarvi a conoscenza di altri dati “non congruenti” che portano al ragionamento dell’importanza della indipendenza delle analisi.
Come spiegato nei passati post (Come si valutano i rischi delle aziende e Cosa significa Rating Implicito) i Rating ufficiali generati dalle blasonate società S&P, Moody’s e Fitch hanno molto significato per l’emissione delle obbligazioni nel mercato primario (ovvero quando vengono collocate sul mercato per la prima volta) ma hanno dei limiti oggettivi per la valutazione delle aziende nel continuo (analisi una volta all’anno, valutazioni lunghe e costose che ne impediscono la frequenza maggiore, analisi trought the circle, ovvero indipendente dalla situazione economica contingente, ecc…).
Analizzando i numeri derivanti dalla attuale situazione delle obbligazioni corporate quotate questa problematica si evidenzia molto bene: Nel mercato americano su 24034 obbligazioni corporate, secondo i rating ufficiali ci sono oggi 14795 emissioni di società investment grade; questo significa che il 61% delle società americane sono ad oggi investment grade, quindi con bassissime probabilità di fallire nel breve termine.
Ancora peggio se si analizzano i dati Europei, dove addirittura il 78% dei titoli è considerato Investment Grade; non solo è una percentuale poco credibile, ma inoltre significherebbe che secondo i Rating ufficiali il mercato Europeo è più affidabile e sicuro del mercato Americano.
Il nostro modello indipendente iRating di valutazione del rischio credito, cui recentemente è stato rilasciato il brevetto, invece analizza i dati derivanti dall’andamento dei titoli sul mercato azionario e in congiunzione ad alcuni dati fondamentali generano una valutazione indipendente, implicita, istantanea e oggettiva delle probabilità di fallimento di una determinata società e soprattutto viene aggiornato giornalmente.
Con ogni probabilità un Rating implicito come quello che utilizziamo noi è meno accurato di un Rating elaborato su sollecitazione dell’emittente che richiede analisi approfondite, con valutazioni quali-quantitative ed un impiego di analisti che studiano nel dettaglio la società, però ha altri vantaggi: i dati che utilizza sono quelli di mercato e quindi il fatto che venga calcolato tutti i giorni permette di rendersi conto molto in fretta se c’è qualcosa che non quadra ed intervenire prima che il prezzo venga compromesso dalle vendite di chi viene a conoscenza che i rischi stanno aumentando prima di voi.
Nei mercati finanziari non serve che una società fallisca per trovare i prezzi delle obbligazioni a 60 o meno, basta che la percezione degli operatori sia che la società presenta delle potenziali problematiche per scatenare una corsa alla vendita che ne deprime i prezzi; a quel punto è troppo tardi per chi ci è dentro, mentre potrebbe rappresentare un’ottima opportunità per chi possiede gli strumenti di valutazione adeguati per comprendere le inefficienze del mercati.
Possedere uno strumento indicante in 4.984 (pari al 20%) il numero di società investment grade in America anziché 14.795 (pari al 61% dei titoli in circolazione) significa avere un software molto più selettivo degli attuali Rating ufficiali che non sono in grado di analizzare giorno per giorno quello che succede, e questo può fare la differenza tra una perdita anche rilevante o un portafoglio efficiente e sempre sotto controllo.
Quindi per chi opera con obbligazioni corporate o per chi volesse addentrarsi in questi mercati in cerca di rendimenti più interessanti dei mercati obbligazionari governativi, invito a valutare attentamente il Bond Selector come strumento per analizzare i titoli obbligazionari corporate con uno strumento indipendente ma molto potente.