Cosa sono i Robo-Advisors?

Mercoledì 28 novembre 2015 ASCOSIM organizzò una conferenza sui Robo-Advisor che mi ha visto partecipare in qualità di relatore alla tavola rotonda finale.

Cercherò di dare una definizione di Robo-Advisor per quanto anche all’interno della sala non c’era una vera uniformità di vedute sulla stessa: 

Robo-Advisor è un servizio di consulenza che prevede l’automatizzazione dei processi del servizio di consulenza finanziaria, che vanno dal marketing e l’acquisizione del cliente, alla valutazione di adeguatezza, per finire con i portafogli modello che vengono proposti al cliente.

Con sorpresa, (ma poi nemmeno tanta) si evidenziò che i cosiddetti Millennials (ovvero coloro che sono nati dopo il 1990) rappresentano per ora solo il 3% del mercato di coloro che scelgono formule più o meno automatiche di erogazione dei servizi di investimento.

E’ vero che questi millennials avranno bisogno di gestire i soldi tra 10 anni e non adesso, come è vero che questa fascia di età non intende andare in banca per alcun motivo, tantomeno per comprendere come effettuare i propri investimenti, ma quindi chi sono i clienti di tali servizi?

E’ venuto fuori che sono i clienti non fidelizzati e probabilmente non fidelizzabili che preferiscono avvicinarsi a forme asettiche di servizio che non prevedono la relazione umana; coloro che sono insoddisfatti dei risultati ottenuti da consulenti o promotori, coloro che pensano che in qualche modo è meglio sbagliare da soli piuttosto che siano gli altri a sbagliare per te.

Sta di fatto che in Italia i numeri sono ancora ridotti, per non parlare di praticamente inesistenti, e che a mio avviso sia necessaria una fase di profonda educazione se si vuole che tali strumenti diventino popolari e accettati dal pubblico.

Molto bello fu l’intervento di Ignazio Rocco di Torrepadula che ha fatto una disamina molto interessante sulle opportunità che i Robo-Advisors avranno per i promotori e i consulenti indipendenti, oltre che per le banche anche se nutriva un poco di dubbi sulla capacità delle ultime di innovare.

A mio avviso un modello come MoneyFarm, che pur apprezzo per il coraggio, non è vincente, poiché hanno automatizzato tutto il processo di acquisizione del cliente e di adeguatezza ma poi hanno la presunzione di gestire i portafogli tramite un comitato investimenti e temo che alla prima vera crisi finanziaria perderanno tantissimi clienti.

Il vantaggio dei modelli matematici, ovvero dell’automatizzazione dei processi di investimento, invece è quello di eliminare la componente emotiva che tipicamente inganna gli investitori, mentre la relazione umana tra il cliente ed il suo consulente, sia esso finanziario o indipendente, è fondamentale per comprendere e superare i momenti di crisi, quindi tra i vari modelli possibili, quello a mio avviso vincente non è nemmeno quello di Robo-Advisors completo, (in centro nell’immagine sopra) bensì quello dove i consulenti utilizzano processi standardizzati per trovare su internet, affiliare e profilare i clienti, ma per le scelte di quale modello più si adatta alle loro caratteristiche utilizza l’esperienza e la competenza, evitando di mettersi in prima persona a prendere quotidianamente decisioni di investimento, ma gestendo la relazione con il cliente per massimizzare la sua soddisfazione. (spicchio superiore)

Interessante è stato l’intervento di Paolo Sironi di IBM che ha ipotizzato un futuro per i Robo-Advisor di cui riporto per intero la sua Slide:

Il futuro sarà Robo 4 Advisors? lo facciamo dal 2009

Il futuro sarà Robo as a Service? lo facciamo del 2002

Delle due l’una: o siamo troppo avanti noi di DIAMAN oppure pur non chiamandoci così siamo stati i primi Robo-Advisors in Italia.