Analisi Macro (parte seconda)

Questa volta provo a scrivere per primo il consueto appello: se vi piacerà questo post condividetelo e retwittatelo ai vostri amici…

La scorsa settimana ho spiegato con il post Analisi Quantitativa e Analisi Macro qual’è il punto di vista di chi utilizza l’analisi quantitativa, ovvero assumere che i mercati incorporano nel prezzo tutte le informazioni e anche tutte le aspettative del mercato e quindi si possono adottare tecniche di trend following per guadagnare senza farsi troppe domande.

Un’altro aspetto importante di chi studia la finanza quantitativa è che preferisce investire il proprio tempo nel capire le dinamiche dei mercati finanziari e come poterle sfruttare invece di perdere tempo a leggere bilanci e situazioni economico-patrimoniali delle aziende che per definizione sono passati e spesso forvianti.

Non voglio dire che è sbagliato leggere i bilanci delle aziende, anzi, quello che voglio dire è che posso studiare a fondo un’azienda fino a conoscerne i più intimi dettagli e scoprire che è la più bella azienda del mondo per poi investire su di essa nel momento sbagliato e perderci sopra dei soldi, mentre posso investire sulla società più sgangherata del mondo nel momento giusto e guadagnare alla grande (citazione “rubata” a Lorenzo Marconi da un suo libro).

Tornando all’analisi Macro per prima cosa vorrei fornire una descrizione per chi non mastica la finanza tutti i giorni: L’analisi macroeconomica è quell’approccio che viene adottato da chi considera fondamentale analizzare i dati di andamento economico dello stato in cui vuole investire per predire l’andamento dei mercati.

Gli indicatori economici più utilizzati e conosciuti sono i seguenti: 

Prodotto Interno Lordo (PIL)

Tassi di interesse

Prezzi al consumo (inflazione)

Occupazione

Vendite al dettaglio 

Bilancia dei pagamenti

Come potete vedere sul grafico, la borsa americana aveva già iniziato a perdere da diversi mesi e il GDP (PIL) Americano continuava a crescere.

Ovviamente l’esempio sopra è banale ma potete credere ad uno che analizza l’andamento dei mercati da anni e gli indicatori macroeconomici sono strutturalmente in ritardo sui mercati finanziari, fuorviando gli investitori con della volatilità di breve che spesso non risulta comprensibile ai meno esperti.

Vi è mai capitato di aver comprato un titolo che cresce nei giorni precedenti alla pubblicazione dei dati trimestrali, poi i dati trimestrali escono oltre le attese e il titolo da quel momento per alcuni giorni perde valore? 

A prima vista questo fenomeno è incomprensibile, però in realtà nasconde un meccanismo ben conosciuto agli addetti ai lavori che si traduce nella famosa frase “compra sui rumors e vendi sulla notizia”.

LA realtà è che gli analisti stimano la crescita della società in base alle loro informazioni, le pubblicano o le diffondono (rumors) e poi quando escono i dati della società in linea con quanto stimato dagli analisti chi ha investito per speculare chiude le posizioni cedendole a chi ingenuamente ha letto la notizia sul giornale e ha pensato che l’investimento in quella società sia interessante.

La mia visione è che leggere i bilanci è utile per comprendere se la società è sana, ma non serve perderci molto tempo perché un buon software di elaborazione può fare un ranking delle società e escludere quelle che non hanno buone caratteristiche.