Value VS Growth

Chi non si è posto la domanda se è meglio acquistare quote di un fondo Value o di un fondo Growth. Iniziamo con la definizione di cosa significa investire secondo una strategia Value: Il Value Investing è una strategia di investimento basata sulle idee di investimento di Benjamin Graham che iniziò ad applicarla già nel 1928; si basa sostanzialmente sulla scelta di titoli che abbiano un prezzo inferiore al livello intrinseco che dovrebbe esprimere; le società a sconto, per capirci, che per qualche motivo offrono dividendi interessanti e prezzi favorevoli. Questa strategia ha funzionato molto bene nella crisi del 2001-2003 e meno bene nella crisi del 2008 e parzialmente anche nella attuale. La strategia Growth invece è l’opposto, punta a società che stanno crescendo molto in termini di prezzo e punta alla crescita degli stessi piuttosto che sui dividendi corposi; è praticamente l’opposto della strategia Value perché un prezzo più

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Analisi Macro (parte seconda)

Questa volta provo a scrivere per primo il consueto appello: se vi piacerà questo post condividetelo e retwittatelo ai vostri amici… La scorsa settimana ho spiegato con il post Analisi Quantitativa e Analisi Macro qual’è il punto di vista di chi utilizza l’analisi quantitativa, ovvero assumere che i mercati incorporano nel prezzo tutte le informazioni e anche tutte le aspettative del mercato e quindi si possono adottare tecniche di trend following per guadagnare senza farsi troppe domande. Un’altro aspetto importante di chi studia la finanza quantitativa è che preferisce investire il proprio tempo nel capire le dinamiche dei mercati finanziari e come poterle sfruttare invece di perdere tempo a leggere bilanci e situazioni economico-patrimoniali delle aziende che per definizione sono passati e spesso forvianti. Non voglio dire che è sbagliato leggere i bilanci delle aziende, anzi, quello che voglio dire è che posso studiare a fondo un’azienda fino a conoscerne i più

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Analisi Quantitativa e Analisi Macro

Che differenza esiste tra chi analizza i dati Macro per comprendere come andrà la borsa in futuro e chi utilizza metodologie quantitative? Partiamo con la definizione di analisi quantitativa: chi utilizza un approccio quantitativo al mercato analizza i dati a disposizione (e più ne ha meglio è, in linea di massima) per “estrarre” con un processo più o meno automatico le decisioni di investimento che quindi non vengono prese perché una persona o un comitato ha una opinione ma in base a precise regole di investimento. L’assunzione di base è che il mercato sconta in ogni istante nei prezzi tutte le informazioni a disposizione, sia conosciute al pubblico che conosciute solo ai cosiddetti insider. Per comprendere al meglio questo concetto porto un esempio molto recente, il referendum della Scozia per uscire dal Regno Unito. I giornalisti economici in televisione hanno riportato le seguenti parole: “I mercati finanziari scommettono in una

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Controllo di rischio dinamico

Ormai le automobili sono piene di congegni elettronici che puntano ad aumentare la sicurezza nella guida, dal controllo di frenata (ABS), introdotto ormai più di venti anni fa, oggi ci sono una serie di sistemi per la frenata automatica, per la stabilità in curva, per evitare il ribaltamento ecc… Tutti sistemi creati per aiutare il conducente a preservare la propria incolumità e anche la propria vettura. Ma perché negli investimenti invece nessuno utilizza strumenti di controllo del rischio dinamici (ovvero che variano nel tempo in base alle condizioni dei mercati) che possano preservare il patrimonio degli investitori stessi e anche la loro salute (come conseguenza naturale dei mal di pancia generato dagli errori e dalle perdite di valore del portafoglio)? I mercati finanziari portano spesso emotivamente gli investitori a fare scelte che poi si rivelano sbagliate, da tempo noi sosteniamo che sia necessario dotarsi di strumenti quantitativi per ridurre la

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Analizziamo la strategia Constant-Mix

Vi è mai capitato di dare per scontato alcune considerazioni, salvo rendervi conto che erano sbagliate una volta che avete approfondito il tema studiando a fondo invece di presumere? A me è purtroppo capitato spesso: per esempio quando consideravo l’indice di Sharpe un ottimo indicatore di efficienza per valutare i fondi comuni; è un buon indicatore ma per utilizzarlo bene occorre conoscerne bene anche i difetti, e credetemi ne ha, come ho scritto nei paper Sharpe Ratio: i 4 difetti principali – parte 1 e Sharpe Ratio: i 4 difetti principali – parte 2. Mi è capitato di nuovo di recente. Ho sempre considerato il constant-mix un’ottima strategia di gestione; intuitivamente ri-bilanciare periodicamente i fondi all’interno di un portafoglio di investimento mi è sempre sembrata una bella idea. Come strategia mi è stata presentata da Giulio Palazzo nel 1999, quindi l’ho sempre considerata una strategia intelligente sin da allora, poiché mi era stata

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Cosa sono i Robo-Advisors?

Mercoledì 28 novembre 2015 ASCOSIM organizzò una conferenza sui Robo-Advisor che mi ha visto partecipare in qualità di relatore alla tavola rotonda finale. Cercherò di dare una definizione di Robo-Advisor per quanto anche all’interno della sala non c’era una vera uniformità di vedute sulla stessa:  Robo-Advisor è un servizio di consulenza che prevede l’automatizzazione dei processi del servizio di consulenza finanziaria, che vanno dal marketing e l’acquisizione del cliente, alla valutazione di adeguatezza, per finire con i portafogli modello che vengono proposti al cliente. Con sorpresa, (ma poi nemmeno tanta) si evidenziò che i cosiddetti Millennials (ovvero coloro che sono nati dopo il 1990) rappresentano per ora solo il 3% del mercato di coloro che scelgono formule più o meno automatiche di erogazione dei servizi di investimento. E’ vero che questi millennials avranno bisogno di gestire i soldi tra 10 anni e non adesso, come è vero che questa fascia

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Perché i mercati non possono essere considerati casuali

Una delle argomentazioni di maggior diffusione per giustificare che i mercati finanziari possono essere considerati casuali è l’esempio delle scimmie: se si ipotizza che infinite scimmie ognuna di esse davanti ad una macchina da scrivere che premono i tasti a caso in un tempo infinito, sicuramente si può affermare statisticamente che una di essa scriverà prima o poi esattamente la divina commedia; mutuato sui mercati finanziari, l’andamento storico dello S&P500 può essere riprodotto esattamente da una delle infinite serie storiche casuali generate da un motore montecarlo con estrazione di rendimenti casuali. A questa osservazione io rispondo che il fatto che una scimmia riesca a scrivere esattamente la divina commedia, non significa che la divina commedia sia un aggregato di lettere casuali che creano un capolavoro, è il frutto di ingegno ed intelletto straordinari, esattamente come l’andamento dell’indice S&P500 è irripetibile e generato da una sequenza di eventi che ne hanno

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Inseguire un mito

Avere un obbiettivo nella vita è importante. Sapere qual’è la strada che si vuole percorrere è altrettanto importante di come percorrere quella strada. Il mio mito è James Harry Simons. Alzi la mano chi conosce Jim? Simons è considerato il miglior Hedge Fund Manager Americano, con un patrimonio personale di 14$Bn ha creato la società di maggior successo, quanto meno in termini di track record del fondo Medallion. Laureato al MIT (Massachusset Institute of Technology) ha poi conseguito un dottorato di ricerca alla Berkeley University in California. Docente al dipartimento di matematica dello Stony Brook University, nel 1976 ha vinto il premio Oswald Veblen per la geometria dell’American Mathematical Society, per aver ridefinito le forme di minimizzazione delle superfici multidimensionali, strumenti molto usati nei sistemi CAD per il disegno tridimensionale. Nel 1964 è stato assunto dalla NSA (National Security Agency) per de-criptare i codici dei messaggi segreti, fu licenziato dopo

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L’importanza della cultura finanziaria

Ho partecipato al convegno di Consultique del 17 e 18 settembre 2015 sul Lago di Garda; al di là dei doverosi complimenti a Cesare Armellini e i suoi ragazzi per la splendida organizzazione e l’evento sempre con maggiori contenuti ho assistito a dei dibattiti che non condivido e quindi ho deciso di dedicare un post del mio blog per far sapere cosa ne penso, giusto per non far credere che le posizioni espresse siano condivise da chi ascolta, non potendo replicare. Toffanelli, segretario di Assoreti, l’associazione delle reti dei promotori finanziari affermò che lui non crede sia utile portare la cultura finanziaria a scuola perché la cultura si fa sul campo e non nella teoria. Io con un pizzico di durezza e malizia replico che chi vuole tenere il popolo ignorante ha altri interessi a far si che rimanga tale… Non a caso Alberto Foà (in occasione della tavola rotonda

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Un salto nel futuro

Articolo vecchio di qualche anno ma pieno di spunti interessanti con un po’ di nostalgia per certi eventi che ad oggi sembrano utopici Ho partecipato a molte fiere in vita mia, da quelle legate alla plastica quando lavoravo per Aprilia Moto S.p.A. a Dussendorf dove ricordo per la prima volta è stata presentata la Smart, l’auto in plastica diventata popolarissima in seguito ma al tempo osteggiata perché non si poteva immaginare che una macchina potesse avere la carrozzeria in plastica; Ho partecipato a quella Winter Sport a Monaco dove tutte le aziende produttrici di articoli invernali presentavano i loro prodotti, al Motorshow di Bologna dei tempi migliori dove oltre alle macchine c’erano gare e spettacoli di ogni genere; al Trade Tech a Londra sulla finanza ospitato all’Excel di Londra, una struttura coperta lunga 500 metri, ma mai mi ero trovato coinvolto in un evento così particolare e pieno di energia

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