Daniele Bernardi, il CEO che ha domato le crypto.

Intervista a Daniele Bernardi, CEO Diaman Group.

Quando Daniele Bernardi parla di Bitcoin, Crypto e volatilità, si ha un’impressione: che sappia bene di cosa si tratta e che abbia studiato gli strumenti adatti a “domare” le bizze del mercato.
Ecco cosa ci ha raccontato…

Da qualche mese ormai stai incontrando i professionisti del mondo della finanza in Europa per presentare il nuovo fondo AIF Digital Asset Fund e per parlare, più in generale, di come investire in modo professionale nelle crypto.
Che effetto ti fa parlare di questi temi? Come vengono recepiti?


La finanza in realtà è ancora abbastanza scettica. Si sta avvicinando al settore, ma con molta cautela: questo è quello che ho riscontrato durante le conferenze che ho tenuto in Svizzera, in UK, in Italia e a Malta. Mi sono reso conto che c’è interesse, ma anche che il settore è ancora difficile da comprendere. Ho pensato di creare questo fondo anche per questo, per permettere agli investitori che vogliono accedere alle crypto, con il loro potenziale di crescita molto elevato, di farlo senza le complicazioni tipiche di questa nuova tecnologia.

Mi viene spontaneo chiederti se hai scritto il tuo libro, “Investire in Crypto Currencies. Professionalmente!” (https://www.amazon.it/Investire-Crypto-Currencies-Professionalmente-consapevolezza/dp/1690820039) proprio perché ti aspettavi un certo scetticismo e volevi in qualche modo preparare il campo attraverso un’introduzione a questo mondo ancora per molti poco conosciuto…

Beh, anche nel libro scrivo che meno dell’1% della popolazione mondiale ha investito fino ad ora in crypto valute, quindi è chiaro che c’è ancora tanta cultura da fare per il restante 99%, di cui una parte ha già una conoscenza sufficiente, ma non ha mai operato, e l’altra invece non ha proprio le basi per comprendere questo fenomeno.

… E poi c’è anche chi si avventura nel mondo delle crypto autonomamente, senza ben ponderare difficoltà e rischi…

Approcciare le crypto da soli è rischioso, molto più rischioso che approcciare i mercati azionari da soli. Le statistiche dicono che quando i mercati vanno bene, il 75% dei trader (in equity intendo) perde soldi e si arriva anche al 97% quando i mercati vanno male. Questo significa che investire in borsa non è così facile. Di conseguenza, investire sulle crypto è ancora più complicato perché la volatilità in crypto è almeno 6/7 volte maggiore rispetto ai mercati azionari, infatti non pochi si sono fatti male con la recente bolla del 2018.

A bruciapelo, dimmi 3 parole per descrivere le crypto.

Solitamente si dice che le crypto sono disruptive, che disintermediano l’attuale sistema finanziario, e poi che sono digitali. In inglese, le 3 D: disruption, disintermediation, digital.
In realtà, le crypto valute sono un’innovazione che potrà migliorare radicalmente il nostro modo di vivere se verranno usate con intelligenza, unite alla regolamentazione, ma senza over-regolamentare come succede nei mercati finanziari, perché le crypto e comunque la blockchain incorporano una tecnologia tale per cui potrebbe esserci trasparenza assoluta e, data questa trasparenza, non serve nemmeno iper-regolamentare. Si arriverebbe ad un mondo migliore perché sarebbe praticamente impossibile perpetrare qualsiasi tipo di frode.

Hai spesso parlato, durante le conferenze, del tuo percorso personale, di come ti sei avvicinato alle crypto… Non senza qualche cautela…

Io mi sono scottato nella bolla della new economy, nel 2000, quando ero appena entrato in finanza: nel 1999 pensavo di sapere gestire benissimo i miei clienti, ma nel 2000 ho iniziato ad avere qualche dubbio, e nel 2001 avevo maturato le incertezze del caso. Quindi ho approcciato i rialzi del 2017 nel mondo delle crypto ben consapevole del fenomeno, dell’effetto bolla che stavamo vivendo, e cercando di stare ben attento per evitare di scottarmi la seconda volta.
Però questo mercato del Bitcoin e soprattutto delle altre crypto ha una volatilità tale che una perdita dell’80% può sembrare una bolla, ma in realtà è paragonabile al mercato azionario che perde il 15%, quindi è fisiologico. Se guardiamo il Bitcoin dal punto di vista finanziario, ha fatto 3 bolle molto marcate, ma dal punto di vista statistico – matematico in realtà non ha mai fatto una bolla, ha solo corretto il trend rialzista molto elevato che ha.
E’ un mercato che ha ancora un potenziale di crescita incredibilmente alto e quindi oggi è opportuno sfruttarlo… Sfruttarlo con professionalità e con modelli matematici! I modelli matematici oggi sono gli unici che possono dare un valore aggiunto all’investimento in crypto valute perché non c’è ancora un fair value price o comunque un modello che ci possa dire che il prezzo del Bitcoin è sovra o sottovalutato.

Quindi, in poche parole, cosa fanno i modelli quantitativi?

Con i modelli quantitativi io posso gestire le crypto per i movimenti che loro hanno riducendo le perdite e aumentando i potenziali guadagni successivi.

Dunque, la ricetta è così composta: modelli quantitativi più “un pizzico di peperoncino”, cioè una percentuale di Digital Asset Fund, come hai detto durante ogni tua conferenza.
Parlaci di questo nuovo fondo gestito da Diaman.


La metafora del peperoncino rende l’idea: l’investimento in crypto valute può fare paura, ma se integrato in un’asset allocation, in un portafoglio diversificato di investimenti, ha assolutamente senso di esistere, un po’ come il peperoncino nella pasta con le vongole.
Digital Asset Fund è un fondo alternativo, il primo AIF a Malta, è un fondo di fondi, che investe in un altro fondo sempre gestito da Diaman, il Crypto Timing Fund, che investe direttamente in crypto valute.
Questa struttura è stata necessaria per essere perfettamente compliance con la normativa.
Questo fondo che investe in crypto valute compra e rimane investito quando i mercati e le crypto sono in trend positivo, mentre chiude le posizioni quando le crypto cominciano ad andare male proprio per evitare le perdite anche notevoli che possono registrarsi in questo settore.
Bisogna quindi “maneggiare con cura” e questo fondo, come ho detto prima, è il veicolo ottimale da inserire in asset allocation di investimento di un cliente, senza creargli le complicazioni e le problematiche legate alla gestione di wallet, public key, private key, password, e tutto ciò che esiste attualmente.

Digital Asset Fund è il primo AIF autorizzato dall’MFSA a Malta. Cosa hai pensato quando è arrivata l’autorizzazione (dopo un così lungo percorso)?

Ho pensato che è stato semplicemente il primo gradino, il primo capitolo della storia, che spero potrò consegnare ai miei figli, di un fondo che, essendo tra i primi e pochissimi esistenti, ha l’opportunità di diventare un punto di riferimento del settore nei prossimi anni, quando le crypto esprimeranno tutto il loro potenziale nei vari settori, economico, tecnologico, e nei vari settori di sviluppo che adesso stanno lavorando ancora un po’ dietro alle quinte.
Anche per questo, per comprendere il fenomeno epocale, invito ad interessarsi e a leggere il mio libro, per poi sfruttarlo, seppur in dosi “da peperoncino”.

E allora scrivi idealmente una dedica a tutti i tuoi lettori…

Mi auguro che questo libro possa aiutarti a comprendere un settore complicato, ma affascinante, che incorpora un potenziale che potrebbe anche cambiarti la vita.

Un’ultima curiosità: più di un invitato alle tue conferenze ha chiesto se ti piacciono davvero gli spaghetti con le vongole…

Sì, la pasta con le vongole mi piace davvero: quando lavoravo come progettista all’Aprilia andavo spesso con altri colleghi in un ristorante che li faceva benissimo e ne conservo ancora oggi un ottimo ricordo.