Articolo del 16 Maggio 2015 Prima di scrivere questo articolo ho voluto analizzare bene i dati, per evitare di scrivere qualche inesattezza vista la delicatezza dell’argomento. Nell’ultimo mese abbiamo assistito al primo segnale di quello che avverrà nei prossimi mesi o anni sul mercato obbligazionario. E’ bastato che il Bund passasse da 160 a 152 circa per scatenare un terremoto che ha innescato un allargamento degli spread che ha colpito soprattutto chi aveva puntato sulle duration di portafoglio molto lunghe. Personalmente conosco amici che nella gestione delle proprie tesorerie bancarie hanno subito purtroppo grosse perdite a causa di portafogli oltre i dieci anni di maturity, ovvero la scadenza delle obbligazioni era oltre il 2025. Come biasimarli, ormai i rendimenti erano praticamente spariti, con i titoli tedeschi con scadenza nel 2018 a rendimenti negativi, o si puntava sul rischio tassi, allungando appunto la duration, oppure si puntava sul rischio credito, dovendo
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L’importanza delle valutazioni indipendenti
Articolo di qualche anno fa ancora attuale Ad inizio anno avevo allertato i lettori del mio blog che quest’anno sarebbe stato molto pericoloso per le obbligazioni ed i fondi obbligazionari di conseguenza. Chi ha voglia di rileggere il post Scusate se insisto noterà che avevo fatto un lavoro di analisi sui titoli obbligazionari che evidenziava che solo il 15% dei titoli obbligazionari americani avevano un rendimento superiore al 4%, ma solo l’uno percento dei titoli investment grade con duration inferiore ai 7 anni aveva un tale rendimento. Oggi non è ancora scoppiata una vera crisi del credito, ma gli spread, soprattutto in America hanno iniziato ad allargarsi, con conseguente discesa dei prezzi. Il numero di titoli obbligazionari corporate americani con rendimento superiore al 4% ad oggi è di 5951, pari al 24% delle emissioni complessive e i titoli investiment grade con duration inferiore a 7 e rendimento superiore al 4% sono ora
Read moreAnalizziamo la strategia Constant-Mix
Vi è mai capitato di dare per scontato alcune considerazioni, salvo rendervi conto che erano sbagliate una volta che avete approfondito il tema studiando a fondo invece di presumere? A me è purtroppo capitato spesso: per esempio quando consideravo l’indice di Sharpe un ottimo indicatore di efficienza per valutare i fondi comuni; è un buon indicatore ma per utilizzarlo bene occorre conoscerne bene anche i difetti, e credetemi ne ha, come ho scritto nei paper Sharpe Ratio: i 4 difetti principali – parte 1 e Sharpe Ratio: i 4 difetti principali – parte 2. Mi è capitato di nuovo di recente. Ho sempre considerato il constant-mix un’ottima strategia di gestione; intuitivamente ri-bilanciare periodicamente i fondi all’interno di un portafoglio di investimento mi è sempre sembrata una bella idea. Come strategia mi è stata presentata da Giulio Palazzo nel 1999, quindi l’ho sempre considerata una strategia intelligente sin da allora, poiché mi era stata
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