I computer dominano i mercati finanziari

Oltre il 70% delle transazioni sulle borse sono eseguite da sistemi di trading algoritmico automatico. E’ difficile da credere, ma i dati diramati da Wall Street e le analisi che durante gli anni sono state esposte al convegno QUANT lo evidenziano con molta forza. Nel lontano 2009 mi ricordo che alla nostra conferenza annuale aveva partecipato ITC, uno dei principali broker algoritmici al mondo. (continua) Yossi Brandes, managing director della società spiegava che i grossi istituzionali e i grossi fondi di investimento li utilizzano per spalmare gli ordini di acquisto e vendita durante la giornata e ottimizzare così l’entrata e l’uscita dai mercati. Questo significa che i grossi ordini sono tutti gestiti dal computer, che spalma gli ordini durante la giornata per ottimizzare il prezzo di acquisto o di vendita e per non impattare più del dovuto sul mercato. Ma ci sono ovviamente molte altre strategie quantitative automatiche che entrano

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Analisi Quantitativa e Analisi Macro

Che differenza esiste tra chi analizza i dati Macro per comprendere come andrà la borsa in futuro e chi utilizza metodologie quantitative? Partiamo con la definizione di analisi quantitativa: chi utilizza un approccio quantitativo al mercato analizza i dati a disposizione (e più ne ha meglio è, in linea di massima) per “estrarre” con un processo più o meno automatico le decisioni di investimento che quindi non vengono prese perché una persona o un comitato ha una opinione ma in base a precise regole di investimento. L’assunzione di base è che il mercato sconta in ogni istante nei prezzi tutte le informazioni a disposizione, sia conosciute al pubblico che conosciute solo ai cosiddetti insider. Per comprendere al meglio questo concetto porto un esempio molto recente, il referendum della Scozia per uscire dal Regno Unito. I giornalisti economici in televisione hanno riportato le seguenti parole: “I mercati finanziari scommettono in una

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Perché i mercati non possono essere considerati casuali

Una delle argomentazioni di maggior diffusione per giustificare che i mercati finanziari possono essere considerati casuali è l’esempio delle scimmie: se si ipotizza che infinite scimmie ognuna di esse davanti ad una macchina da scrivere che premono i tasti a caso in un tempo infinito, sicuramente si può affermare statisticamente che una di essa scriverà prima o poi esattamente la divina commedia; mutuato sui mercati finanziari, l’andamento storico dello S&P500 può essere riprodotto esattamente da una delle infinite serie storiche casuali generate da un motore montecarlo con estrazione di rendimenti casuali. A questa osservazione io rispondo che il fatto che una scimmia riesca a scrivere esattamente la divina commedia, non significa che la divina commedia sia un aggregato di lettere casuali che creano un capolavoro, è il frutto di ingegno ed intelletto straordinari, esattamente come l’andamento dell’indice S&P500 è irripetibile e generato da una sequenza di eventi che ne hanno

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