Ulcer Index – questo sconosciuto

Visto che nelle scorse settimane abbiamo analizzato con spirito critico alcuni indicatori statistici come la Deviazione Standard, altrimenti conosciuta come Volatilità, e lo Sharpe Ratio, mi sembra giusto essere propositivi e presentare un indicatore statistico ancora sconosciuto a tanti operatori finanziari, siano essi gestori, risk manager o consulenti, ovvero l’Ulcer Index. Chi ci conosce meglio come società è al corrente di questo indicatore da molto tempo, e per risalire a quando anche noi lo abbiamo scoperto devo tornare indietro di più di 10 anni, quando in occasione di un comitato scientifico di DIAMAN, Paolo Sassetti, membro dello stesso all’epoca, ci ha edotti della sua esistenza. L’Ulcer Index, o indice dell’ulcera tradotto in Italiano, è stato inventato da Peter Martin nel lontano 1987 (sempre molto più recente della frontiera efficiente…) ma è diventato molto meno famoso di altri indicatori statistici simmetrici come la deviazione standard, forse perché comunque un indicatore deterministico che mal si sposa con il concetto di mercati casuali. In

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Deviazione Standard, Volatilità e VIX

Ieri abbiamo parlato di Deviazione Standard e di alcuni suoi difetti e limiti. Per capire quanto la statistica finanziaria in Italia sia divergente da quella anglosassone, basta dare un’occhiata alla definizione di Volatilità in Wikipedia in lingua Italiana rispetto alla versione Inglese. Nella versione Italiana la Volatilità è un’indice della variazione percentuale dei prezzi nel tempo, e fin qui la definizione coincide, però subito dopo la volatilità viene descritta come la varianza, che è il quadrato della deviazione standard, mentre nella definizione in inglese viene giustamente equiparata alla standard deviation, che è la radice quadrata della varianza. Anni addietro, il Prof. Francesco Corielli dell’Università Bocconi mi disse che la Volatilità è il prezzo da pagare per il fatto di tenere aperto i mercati azionari tutti i giorni; mai definizione di Volatilità mi ha reso l’idea più chiaramente di cosa significasse in realtà la volatilità dei prezzi. Se ogni giorno davanti

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Parliamo di deviazione standard, volatilità e VIX.

Per capire quanto la statistica finanziaria in Italia sia divergente da quella anglosassone, basta dare un’occhiata alla definizione di Volatilità in Wikipedia in lingua Italiana rispetto alla versione Inglese. Nella versione Italiana la Volatilità è un’indice della variazione percentuale dei prezzi nel tempo, e fin qui la definizione coincide, però subito dopo la volatilità viene descritta come la varianza, che è il quadrato della deviazione standard, mentre nella definizione in inglese viene giustamente equiparata alla standard deviation, che è la radice quadrata della varianza. Anni addietro, il Prof. Francesco Corielli dell’università Bocconi mi disse che la Volatilità è il prezzo da pagare per il fatto di tenere aperti i mercati azionari tutti i giorni; mai definizione di Volatilità mi ha reso l’idea più chiaramente di cosa significasse in realtà la volatilità dei prezzi. Se ogni giorno davanti a casa vostra ci fosse un display con le offerte dei passanti che

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